Cieli di Brera | 2025

Illustrazione di Alice Sironi

Una serie di incontri con alcuni grandi astrofisici e astrofisiche italiani/e che, oltre che nel proprio settore di ricerca, si sono distinti anche per le capacità di comunicazione.

Tutti gli incontri si svolgono solo in presenza alle ore 18.00 presso la Sala Aldo Bassetti della Pinacoteca in Palazzo Brera, via Brera 28, dove fin dal 1762 ha sede l’Osservatorio Astronomico di Brera.

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI (posti disponibili: 100)

  • 19 novembre
    La Luna respira: dialogo fra il giornalista Emilio Salierno e lo scienziato Giovanni De Maria
    Emilio Salierno, giornalista, e Giovanni De Maria

La conquista della Luna e la scienza che l’ha resa possibile. Un viaggio nella storia straordinaria di Giovanni De Maria, lo scienziato italiano che, nel secolo scorso, ha scoperto la presenza di ossigeno nelle rocce lunari. Nel libro “La Luna respira”, scritto dal giornalista Emilio Salierno, si ripercorre una vita dedicata alla ricerca, dalle Missioni Apollo agli scenari prossimi di insediamento sul satellite della Terra.
Lo scienziato e l’autore, nell’appuntamento del 19 novembre a Milano, inserito nella rassegna “I Cieli di Brera”, proporranno alcuni dei temi affrontati nel libro inserito tra gli eventi 2025 dell’International Moon Day per celebrare lo sbarco sulla Luna del 1969. Il prof. De Maria vince nel 1957 una borsa di studio Fulbright nel Dipartimento di Fisica dell’Università di Chicago, dove ancora aleggia la fama di Enrico Fermi, morto pochi anni prima. Ha 26 anni e condivide momenti intensi con il suo mentore Mark G. Inghram (fisico del Progetto Manhattan, tra gli artefici del calcolo dell’età della Terra), con il mito Chandrasekhar e con altre “stelle” della ricerca mondiale. Torna in Italia ed è professore di Chimica Fisica alla Sapienza di Roma. La NASA, nel 1970, gli affida le pietre lunari delle prime Missioni Apollo, credendo nel suo originale progetto che prevede la distruzione del materiale portato sulla Terra dagli astronauti, da cui estrae l’ossigeno utile alla sopravvivenza sul corpo celeste. La nuova corsa per la Luna, oggi, vede coinvolte le superpotenze e tornano attuali – e sono un punto di riferimento – gli studi di De Maria per l’insediamento umano permanente.

Biografia
Giovanni De Maria, 94 anni, è stato ricercatore associato nel Dipartimento di Fisica dell’Università di Chicago. Professore ordinario di Chimica Fisica dell’Università La Sapienza di Roma e direttore dell’Istituto di Chimica Fisica ed Elettrochimica. Primo studioso europeo incaricato dalla NASA a svolgere ricerche sui campioni lunari delle Missioni Apollo. Autore di oltre 140 pubblicazioni scientifiche, consulente di istituti stranieri del settore della tecnologia avanzata dei materiali nucleari e di impiego nel campo missilistico. Consulente dell’Euratom, ha fatto parte della International Academy of Ceramics ed eletto nello Advisory Board for Science. Insignito della medaglia Kurhakov dell’Accademia delle Scienze della Russia, unico italiano della Space Colonization Technical Commettee dell’American Institute of Aeronautics and Astronautics. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha assegnato la medaglia d’oro di “Benemerito della Scienza e della Cultura”. De Maria è tra i promotori dell’Università della Basilicata.

Emilio Salierno, giornalista professionista, ha una lunga militanza nel campo dell’informazione. Sui giornali ha spesso proposto le vicende di personaggi nazionali e internazionali del mondo scientifico e della cultura. “La Luna respira” (Rubbettino) è il suo terzo libro. Nel 2017 ha pubblicato “Io sono l’elemento di mezzo”, la storia di una influente donna cinese che opera per il dialogo tra Oriente e Occidente. Nel 2021, con il libro “Il 36esimo confinato”, ha fatto conoscere la storia di un religioso antisistema e la sua esperienza visionaria di prete-imprenditore in Basilicata. Il libro è stato anche tradotto in lingua inglese (“Exile number 36”). Collabora a produzioni documentaristiche e cura la direzione e il coordinamento editoriale di pubblicazioni divulgative. É oggi docente di Scienze giuridiche ed economiche nella scuola secondaria superiore.

  • 10 dicembre
    Elsa, l’intelligenza artificiale per lo studio delle galassie
    Margherita Talia, Università di Bologna

incontri passati

  • 29 ottobre
    Astronomi e fantasmi: Giovanni Schiaparelli e le sedute spiritiche con la medium Eusapia Palladino
    Agnese Mandrino e Fabrizio Bonoli, INAF-Osservatorio Astronomico di Brera | Alma Mater Honorary Professor – Università di Bologna

In un quaderno di appunti di Schiaparelli, nell’Archivio storico dell’Osservatorio Astronomico di Brera, si sono trovate numerose pagine che descrivono le sedute del 1892 cui l’astronomo partecipò, con altri scienziati, tra cui il celebre Lombroso, per studiare i supposti prodigi della famosa medium Eusapia Palladino. Vi si parla di tavoli che levitavano, trombe che suonavano, spiriti che battevano sui tavoli, voci di defunti e tanto altro.
Inquadrando i commenti di Schiaparelli – tra lo scettico, il curioso e l’incerto – nello spirito positivista di fine Ottocento e nella contemporanea esplosione della moda dei medium, si parlerà della vicenda della Palladino e dei tentativi di dare spiegazioni razionali ai dilaganti fenomeni spiritistici con le più svariate proposte di scienziati di tutto il mondo.

Biografia
Agnese Mandrino è responsabile della Biblioteca e dell’Archivio storico dell’Osservatorio Astronomico di Brera a Milano.
Fabrizio Bònoli, già professore associato di Storia dell’astronomia, è Alma Mater Honorary Professor all’Università di Bologna, direttore del «Giornale di Astronomia», Socio onorario della Società Astronomica Italiana e associato INAF.

  • 4 giugno
    L’astronomia del prossimo futuro: il progetto SKAO
    Filippo Zerbi, INAF-Osservatorio Astronomico di Brera
  • 14 maggio
    ACME: l’Europa finanzia la caccia ai messaggeri dell’Universo. Niente dinamite, solo scienza.
    ACME (Astrophysics Centre for Multi-messenger studies in Europe)
    Andrea Melandri e Silvia Piranomonte, INAF-Osservatorio Astronomico di Roma

Nel 2017 è nata una nuova era per l’astrofisica: l’astronomia multimessaggera. Questo approccio rivoluzionario consente di osservare e “ascoltare” l’Universo attraverso molteplici segnali — onde gravitazionali, particelle e l’intero spettro elettromagnetico — offrendo una visione senza precedenti dei fenomeni più estremi del cosmo, come la fusione di buchi neri e stelle di neutroni. Durante questo incontro i relatori vi parleranno del progetto ACME (Centro di Astrofisica per Studi Multi-Messenger in Europa), una rete europea che coordina e integra infrastrutture di ricerca d’eccellenza, con l’obiettivo di rendere più accessibile e coesa la scienza multimessaggera. ACME mira inoltre a formare una nuova generazione di ricercatori e a coinvolgere attivamente i cittadini nei grandi interrogativi dell’astrofisica contemporanea. L’incontro offrirà una panoramica delle nuove frontiere dell’astronomia, tra sfide scientifiche, collaborazioni internazionali e innovazione tecnologica.

Biografia

Silvia Piranomonte
Laureata in fisica presso l’Università “La Sapienza” di Roma e dottorata in astronomia presso l’Università di Padova.

Andrea Melandri
Laureato in astronomia presso l’Università di Bologna e dottorato in fisica presso l’Università di Cagliari.

Entrambi sono Primi Ricercatori presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica, presso la sede dell’Osservatorio Astronomico di Roma, dove conducono attività di ricerca nell’ambito dell’astronomia multimessaggera, studiando diverse classi di fenomeni transienti che emettono onde gravitazionali. Protagonisti della storica scoperta della prima controparte elettromagnetica di un segnale di onde gravitazionali nel 2017, sono attivamente coinvolti in prestigiose collaborazioni internazionali, tra cui il Vera Rubin Telescope e l’Einstein Telescope. Si occupano anche di divulgazione astronomica organizzando seminari, conferenze pubbliche, eventi e spettacoli di astronomia in giro per tutta Italia.

  • 12 febbraio
    I primi 20 anni di Swift: alla continua scoperta dell’Universo estremo
    Tullia Sbarrato, INAF-Osservatorio Astronomico di Brera

Quando il Neil Gehrels Swift Observatory (per gli amici Swift) fu lanciato in orbita il 20 Novembre 2004, nessuno si aspettava che si sarebbe spinto così oltre il suo primo obiettivo. Era progettato per cercare i Gamma-Ray Burst, lampi gamma che segnalano la formazione degli oggetti più estremi del nostro Universo, ma non si è limitato a osservarne più di 1500 da qui agli albori dell’Universo.
Nel tempo libero, Swift ha regalato alla comunità astronomica immagini e informazioni su tutte le sorgenti più estreme del cosmo: dai buchi neri supermassicci e i loro getti relativistici, alle stelle di neutroni che danzano con una stella compagna, Swift è ancora tra i protagonisti dello studio del cielo X. L’Osservatorio di Brera è uno dei poli internazionali che animano Swift, con un team che si occupa di dare la prima risposta umana alle allerte inviate dal satellite. Cosa significa? A volte può voler dire venire svegliate nel bel mezzo della notte da un messaggio sullo smartphone… 

Biografia
Ricercatrice presso l’Osservatorio Astronomico di Brera, si occupa di cercare e studiare le sorgenti più estreme e luminose che osserviamo nelle profondità del cielo: buchi neri giovani, che si nutrono di materia nelle prime fasi dell’Universo. Fa parte del team scientifico del telescopio spaziale Swift, con cui cerca segnali da buchi neri appena nati e stelle alla fine della loro vita. 
Ama comunicare i segreti dell’Universo e la loro bellezza a chi non se ne occupa ogni giorno e non manca mai di dare voce alla storia nascosta, le lotte e il futuro delle donne nella scienza. Ha creato insieme a un gruppo di colleghe un viaggio nei misteri del cosmo, una guida illustrata all’Universo: “Apri gli Occhi al Cielo”.

  • 19 marzo
    Un nuovo mistero dallo spazio profondo: una luce inattesa dai lampi gamma
    Maria Edvige Ravasio, Radboud University, Nijmegen, Paesi Bassi, INAF-Osservatorio Astronomico di Brera

I lampi di raggi gamma (GRBs) sono tra gli eventi più estremi dell’Universo, e anche tra i più misteriosi, nonostante li studiamo da oltre 50 anni. Recentemente, ci hanno regalato un nuovo mistero: una luce inaspettata, una linea di emissione visibile per poco tempo e ad energie (mega-elettronvolt) mai osservate finora. Cosa significa questa scoperta? Come può aiutarci a capire meglio la fisica estrema di questi eventi? Potrebbe essere la firma che rivela l’annichilazione tra materia e antimateria? In questa conferenza esploreremo questo nuovo enigma cosmico, facendo un viaggio nel cuore dei GRBs, dove la materia, in un lampo, può trasformarsi in luce.

Biografia
Maria Edvige Ravasio è ricercatrice post-doc presso la Radboud University a Nijmegen, nei Paesi Bassi. Dopo la laurea in Astrofisica all’Università di Milano-Bicocca, ha svolto il Dottorato di Ricerca in collaborazione con l’Osservatorio INAF di Merate, concentrandosi sullo studio dei lampi di raggi gamma. Membro di collaborazioni europee e internazionali, si occupa dello studio dei fenomeni transienti più estremi dell’universo, con particolare attenzione alla loro emissione ad alte energie.