La curiosità del mese a cura di Gabriele Ghisellini
Esattamente un anno fa, il il 13 luglio 2019, partiva un enorme razzo da Baikonour, in Kazakistan, con a bordo uno strumento sofisticato: un telescopio per i raggi X.
Anzi, ben sette telescopi, tutti uguali e coordinati tra loro.
Il suo nome?
eRosita, acronimo di “extended Röntgen Survey with an Imaging Telescope Array“.
Il nome contiene un pezzo di storia:
extended perchè il primo progetto (Rosita) era programmato per volare sulla Stazione Spaziale internazionale, ma poi non se ne fece niente.
Röntgen perchè in Germania i raggi X si chiamano raggi Röntgen, in onore dello scopritore (che fu il primo fisico a ricevere il premio Nobel, nel 1901).
Array perchè è una shiera di telescopi, non uno solo, pensati per fare uno “scanning” (Survey) di tutto il cielo, e di fornire le immagini di milioni di sorgenti. E in tutto questo c’è anche un pezzo di Italia: infatti i telescopi sono stati costruiti dalla Medialario, una ditta brianzola nata come spin-off delle ricerche di Oberto Citterio, il mago degli specchi X che lavorava proprio qui, all’Osservatorio di Brera, che ha inventato la tecnica di costruzione.
Inoltre il capo scientifico della missione è il bravissimo italiano Andrea Merloni, laureato alla Sapienza e dottorato a Cambridge, Inghilterra.
Ma perchè vogliamo guardare l’universo nei raggi X?
Cosa c’è di diverso dal guardarlo nella luce visibile?
Tento una analogia: nel visibile è come guardare come funzionano i mulini a vento o ad acqua, nei raggi X è come guardare come funzionano le bombe atomiche.
Un raggio X è almeno mille volte più energetico di un fotone del visibile. Può quindi venir prodotto da fenomeni più violenti di quelli che vede il nostro occhio.
Per esempio, la materia che cade in in buco nero, prima di oltrepassare il limite di non ritorno, si comprime così tanto da scaldarsi fino ad oltre qualche milione di gradi, e quindi emette raggi X.
Oppure la materia che si schianta sulla superficie di una stella di neutroni.
Oppure una stella di neutroni che viene squartata dall’immensa forza di marea di una sua gemella, poco prima di unirsi e fondersi con lei.
Ovunque ci sia gas caldo (e stiamo parlando di milioni di gradi) vengono prodotti raggi X.
E oltre che vicino a buchi neri e stelle di neutroni, così compatti, li troviamo anche nelle strutture più grandi dell’universo: gli ammassi di galassie.
Tra una galassia e l’altra infatti esiste del gas caldo, così rarefatto che non riesce a raffreddarsi e che quindi diventa un buon produttore di raggi X.
E poi negli scontri tra la materia lanciata dallo scoppio di una supernova che investe la materia circostante.
I raggi X ci raccontano storie violente, piene di energia, di esplosioni, di compressioni e di scontri colossali.
Diverse dal placido vivere del nostro Sole.
Anche se, a dirla tutta, anche il Sole produce parecchi raggi X attraverso la sua corona (la corona solare, quella che vediamo durante le eclissi) che riesce a raggiungere una temperatura di qualche milione di gradi.
eRosita è stato progettato per fare un censimento completo di tutte le sorgenti del cielo che riesce a rivelare.
E non una volta sola, ma per ben 8 volte. Il primo censimento, durato 6 mesi, è stato completato il 20 giugno 2020 e già ha raddoppiato il numero di sorgenti conosciute.
Alla fine, speriamo di avere un campione di circa tre milioni di Nuclei Galattici Attivi (in pratica, 3 milioni di super buchi neri posti al centro delle galassie) e circa 100.000 ammassi di galassie.
Questo ultimo numero sarà fondamentale per studiare le proprietà di uno dei misteri più profondi: la natura dell’energia oscura.
Nel censimento ottenuto finora, eRosita ha osservato 1,1 milioni di sorgenti, di cui 700.000 AGN, 200.000 corone stellari e 20.000 ammassi di galassie.
Nella didascalia delle immagini trovate una breve descrizione delle sorgenti più interessanti osservate da eRosita.
Per saperne di più:
eROSITA – eRosita sul sito del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics
Il cielo X come non l’avete mai visto – da Media Inaf del 19/06/2020
È l’ora di eRosita, un grandangolo per il cielo X – da Media Inaf del 14/06/2020
eRosita, le prime immagini promettono molto bene – da Media Inaf del 22/10/2019
eRosita: la Via Lattea ai raggi X – su EDU INAF