La curiosità del mese a cura di Tomaso Belloni
Ci siamo quasi: il prossimo luglio è previsto il lancio del satellite dell’Agenzia Spaziale Europea chiamato Euclid, dedicato al matematico e filosofo greco vissuto fra il IV e il III secolo BCE.
Il lancio avverrà da Cape Canaveral in Florida con un razzo Falcon X, per intenderci quello che dopo il lancio rientra a terra e atterra in verticale.
Il satellite verrà piazzato in orbita intorno al punto Lagrangiano L2 (leggi la curiosita` di marzo 2022 di Daniele Spiga: “Lucy in the sky con i cinque equilibristi“), proprio come il James Webb Telescope (leggi la curiosita` di febbraio 2022 di Gabriele Ghisellini “Il telescopio spaziale James Webb“): e molti altri satelliti.
Si tratta di un oggettone di quasi 5×4 metri che porta un telescopio con uno specchio di 1.2 metri a cui sono collegati due strumenti, uno per osservare nella banda visibile e uno per la banda infrarossa.
Un applauso per la tecnologia, ma a cosa serve e perché gli è stato dato il nome di uno dei padri fondatori della geometria?
Si tratta di un telescopio che farà osservazioni dell’Universo, ma non puntando oggetti specifici, bensì osservando un grande campo di vista.
In totale coprirà un terzo del cielo, tenendosi lontano dal piano della nostra galassia dove prevalgono le stelle sulle galassie e produrrà immagini sia ottiche che infrarosse con una risoluzione paragonabile a quella del telescopio Hubble, oltre che spettri infrarossi di centinaia di migliaia di oggetti celesti, non soltanto galassie.
Gli spettri permetteranno di misurare lo spostamento verso il rosso e quindi la distanza delle galassie: si otterrà una mappa dell’Universo in tre dimensioni.
Questo permetterà di capire la struttura dell’Universo e la sua espansione, di studiare la natura della materia oscura (che costituisce l’85% della materia totale) e dell’energia oscura (che comprende il 68% dell’energia totale).
Tutti questi problemi sono collegati fra loro.
Euclid misurerà lo spostamento verso il rosso di galassie fino a 10 miliardi di anni nel passato. Una mappa tridimensionale che è tale non solo nello spazio, ma anche nel tempo. Si parla della geometria dell’Universo e chi meglio di Euclid per questo lavoro?
Ma come siamo messi?
A fine aprile il satellite, assemblato, è arrivato in Florida, dove si stanno facendo i test necessari prima di poterlo montare sul razzo.
Dopo il lancio ci vorrà del tempo per raggiungere il punto Lagrangiano L2, che si trova a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra.
Si tratta di un punto opposto alla direzione del Sole in cui l’attrazione combinata di Terra e Sole controbilanciano la forza centrifuga. Questo fa sì che il punto L2 sia sempre sulla congiungente Sole-Terra e quindi orbiti intorno sia al Sole che alla Terra con lo stesso periodo di un anno. I satelliti che stanno a L2 in realtà non sono proprio posti in L2 (sarebbe un punto molto affollato), ma percorrono delle traiettorie abbastanza bizzarre. Di questo parleremo in un’altra curiosità.
L’Italia e l’INAF partecipano in modo importante alla missione, sia come produzione di strumentazione che come contributo alla gestione tecnica e scientifica.
Anche l’Osservatorio Astronomico di Brera è impegnato nella missione sull’analisi e interpretazione dei dati.
Tutto è pronto per lo sfruttamento di questo occhio che apriremo sull’Universo.
Per saperne di più:
Euclid (Wikipedia)
Euclid – Exploring the dark Universe (ESA)
Articoli relativi a Euclid (MediaInaf)